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SAPORI DI VIAGGIO

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SAPORI DI VIAGGIO / Tappe - Next Stops

Itinerari Mirandola

Mirandola è un comune italiano di 23911 abitanti della provincia di Modena in Emilia-Romagna. Frazioni: Cividale, Gavello, Mortizzuolo, Quarantoli, San Giacomo Roncole, San Martino Carano, San Martino Spino, Tramuschio. Confini: Bondeno (FE), Cavezzo, Concordia sulla Secchia, Finale Emilia, Medolla, Poggio Rusco (MN), San Felice sul Panaro, San Giovanni del Dosso (MN), San Possidonio, Sermide e Felonica (MN). Nome abitanti: mirandolesi. Il nome deriva dal termine latino miranda che identifica un luogo di osservazione, da cui ammirare.

MONUMENTI:

Palazzo comunale, Teatro nuovo, castello dei pico, Oratorio della Madonna della Porta, Valli mirandolesi, Museo Civico,Teatro Nuovo.

STORIA:

A partire dal 1310 fu la capitale della Signoria dei Pico, Mirandola passò al dominio estense soltanto nel 1711. Nel corso della sua storia Mirandola fu oggetto di due celebri assedi.

TRADIZIONI:

La tradizionale maschera della città è Mirandolina, protagonista della celebre opera teatrale "La locandieradiera" di Carlo Goldoni, che durante il carnevale incontra altre maschere modenesi.
Nel primo giorno dell'anno i bambini maschi vanno per le case, prima di mezzogiorno, a recitare in dialetto mirandolese la filastrocca de al Bón Cavdànn, augurando buon capodanno e cento anni e un giorno di buona salute, in cambio di una piccola mancia. Se la persona a cui si fanno gli auguri non è così convinta di concedere la mancia, il bambino prosegue la nenia dicendo di accontentarsi di ricevere oro o argento e, nel caso di nessuna mancia, conclude gli auguri nella speranza di trovare l'indomani il suo interlocutore "lòng dastés" (lungo disteso, ovvero morto).

CURIOSITA’:

Oltre alla lingua italiana, a Mirandola è utilizzato il locale dialetto mirandolese, una variante dell'emiliano.
Dal 1879 viene pubblicato ogni anno il lunario de "Al Barnardon” con l'indicazione delle feste, sagre e fiere del mirandolese e dintorni. Scritto interamente in dialetto mirandolese esso da oltre centotrenta anni costituisce un autentico documento di costume di un'epoca e di una "cultura popolare", assiduo testimone delle vicende, tristi o liete, della terra mirandolese.

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